L’atmosfera poetica è emozione impressa sulla tela nel connubbio e nel contrasto dei colori.
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presenterò il mio modo personale di intendere il disegno e la pittura.
Testimoniare è questa l’esigenza più impellente che avverto nei dipinti di Vincenzo Comunale, che potrebbero essere considerati, da questo punto di vista, degli exvoto di se’ stessi. Testimoniare non il mondo, non la natura, non le cose degli uomini, come tutti potrebbero vedere “Testimoniare piuttosto la singolarità di ciascuno, a partire dalla sua ovviamente, il modo in cui la natura e le cose degli uomini pervengono all’animo e vengono da esso rielaborati per costruire un mondo nuovo, quello dell’espressione creativa. Dove tutto non vale pe quello che era o che dovrebbe essere, ma per quello che è diventato, formule grafiche che sono il corrispettivo di sensazioni istintive emozioni primitive nella loro immediatezza, ma generose come solo nell’infansia le possiamo avvertire, quando ancora le esperienze della vita non ci hanno fatto dimenticare il sapore secco e inebriante dello stupore. Se c’è un artista a cui l’etichetta di impressionista calzerebbe a pennello questo è proprio Comunale, in senso letterale, naturalmente, non tecnico, perché il rimando al grande precedente storico nell’autodidatta Vincenzo Comunale è solo in superfice forse persino involontario, in ogni caso non decisivo. Sarebbe facile evocare Pissarro e Sisley,. anche nobile, ma non servirebbe a niente: Comunale rivendica il suo diritto a non Sapere, a preservare gelosamente l’incontaminatezza del proprio giardino, poco gli importa quello che hanno fatto prima di lui, nè quello che fanno gli altri. L’attenzione viene tutta rivolta a se stesso e non per superbia, ma nella serena consapevolezza che ogni atto artistico, da quello del grande intellettuale a quello del poeta bifolco ,è comunque un atto di narcisismo un rivolgersi agli altri mettendosi al centro dell’universo. Bisogna avere però qualcosa da dire quando si ha la presunzione di parlare ali altri ponendosi nel mezzo del tutto. Comunale ce l’ha: il mondo è diverso da noi, che con esso possiamo stabilire relazioni solo precarie, spesso e volentieri ingannevoli, il momento in cui più di ogni altro ci sfugge è proprio quando crediamo di averlo in mano. Ci è dunque negata la conoscenza del mondo? No, possiamo comunque intuirla attraverso l’impressione che il mondo ci suscita, nel flusso vitale che si stabilisce tra uomo e natura quando l’avvertiamo. L’arte diventa la testimonianza del fatto che quel flusso è avvenuto, lasciando memoria dell’impronta che esso ha lasciato nella sabbia dell’anima. E da quell’impronta è possibile ricavare anche una riflessione lirica, un concetto figurato che viene chiarito anche per verba, come capita in alcune opere ” filosofiche” di Comunale simili a quelle con motto- Et in Arcadia Ego, Tempus fugit.„.-che facevano tanti suoi illustri predecessori seicenteschi, conterranei compresi.
In fondo, il Bergsonianismo malgre soi di Comunale lo fa pervenire a visioni non lontane da quelli di altri, mentalmente più attrezzati di lui, da noi considerati maestri del pensiero; Comunale le traduce nel linguaggio anche visuale dei proverbi popolari, delle massime che si appellano ad una saggezza spicciola e tradizionale, non dimostrabile scientificamente, ma neanche negabili con certezza assoluta, awinta al mistero sempre fascinoso della semplicità bambina. Un luogo non comune., semmai Comunale
Vittorio Sgarbi
Vincenzo Comunale